BIBLIOGRAFIA CRITICA IN ORDINE CRONOLOGICO
“Scultore che affronta con uguale maestria il legno, il marmo, il sasso e il metallo. Giulio Belloni ha dell’arte un concetto che porta ad essere moderno elaboratore di forme antiche e antico artigiano che sa valersi di tecniche e di modi espressivi del tutto attuali. Non ostenta, peraltro, trovate d’avamguardia né si chiude nella torre d’avorio di una contemplazione del passato. Lo studio dell’architettura gli è valco il sicuro possesso dei valori volumetrici e quelli dispone nello spazio senza farsi opprimere e senza ingombrarlo. Esempio di un raro senso di misura: ed è quel che gli vale la possibilità di comporre con ardita disinvoltura e di conferire a un singolo elemento significati che vanno bel al di là della materia, attingendo allo spirito.”
Mario Monteverdi, Dizionari Critico Artitalia, Milano 1976.
“Arte è amore e questa scultura eseguita dal nostro concittadino Giulio Belloni esalta questo sentimento. In essa è rappresentato il dramma umano, sentito come tensione morale oltre che estetica; l’intensità predomina su tutto, su ogni concetto classico di bellezza. In questo gruppo, in uno stato di apparente riposo, è simbolicamente espresso il cammino, la crescita, in un ritmo vivo e palpitante evidenziato anche dall’ambiente che gli sta attorno nel quale una parte predominante è costituita dalla luce che, nel suo continuo cambiamento di toni, muove “sue forme”, lasciando all’osservatore sempre nuove emozioni, prodotte da queste delicate vibrazioni. E’ come sentire il ritmo del respiro, il susseguirsi dei giorni, delle stagioni, della storia: senza ritmo non esiste la vita, non esiste l’arte”.
Piero Airaghi, in occasione dell’inaugurazione del Monumento ai Donatori di Sangue, Rho 1977.
“Fortemente legato alla sua terra , l’Artista ha lasciato un altro ricordo di sé nel Cimitero di Rho, dove si può ammirare la stupenda opera in granito “Resurrezione I” per la tomba della Famiglia Sommaruga Banfi (1980). Qui l’essenzialità delle forme sembra richiamare l’imperativo evangelico della povertà di un Dio che si è fatto uomo, umile fra gli umili, diseredato fra i diseredati. Eppure la straordinaria maestà, che emana da quella forma protesa verso l’alto, arriva al cuore dello spettatore ed investe di un sentimento che non si può tradurre in parole, perché mancherebbero i termini giusti per descriverlo, di un sentimento forte e primordiale come la materia di questa scultura, che sfida le avversità atmosferiche e rimane splendida nella sua essenzialità a cantare la vittoria del bene sul male, dell’infinito sul finito della condizione umana”.
M. Battaglia, Arte Italiana per il Mondo,a cura di Salvatore Castorina, Torino, 1981.
“I lavori presentati da Giulio Belloni si rifanno alla tradizione classica del concetto scultoreo, che riversa le proprie riflessioni tra le pieghe del legno. Le sue opere si rivolgono a soggetti di vocazione figurativa, a cui l’artista impone una declinazione di volumi stilizzati senza che l’insieme perda il proprio vigore plastico, talvolta rafforzato nella sua dialettica da tocchi di colore. Belloni libera le proprie figure dal legno e poi trasferisce le proprie riflessioni nella ceramica o nella terracotta, passando con agilità da figure sensuali ad altre eteree, ad altre ancora misteriose nella
Giulio Belloni – Critica
loro scarna sintetizzazione. La sua è una poetica che ha radici profonde, ancorate nel sentimento del vivere. Per questo i suoi lavori sollecitano nella mente di che osserva una miriade di sensazioni, che si mescolano ai ricordi di un vissuto comune, scritto nelle pagine della storia collettiva”.
Paolo Levi, Catalogo Scultori Italiani 2011-2012, Editoriale Giorgio Mondatori, Milano, 2011.
“Giovanna d’Arco è prova dell’eclettismo di questo scultore, che con uguale autorevolezza padroneggia sia la pietra che il legno, come in questo caso, dove il torso femminile è reso carezzevole e nel contempo drammatico dalla luce calda emanata dalla materia . Evocativa del titolo, una benda scura e di forma fiammeggiante copre la testa, in un suggestivo contrasto cromatico”.
“In questa Pietà la poetica dello scultore affonda nell’iconografia classica della religiosità cristiana, esplicitamente citata in chiave squisitamente moderna. Sbozzata con maestria, la pietra alabastrina è qui volutamente scabra e formalmente più allusiva che descrittiva. Di immediata lettura tuttavia la posa michelangiolesca della Madonna e del Cristo morto”.
Paolo Levi, Protagonisti dell’Arte 2014, EA Editore, Palermo, 2014.
“Giulio Belloni è scultore di pregio. La sua sintassi ci rende capaci di apprezzare un nuovo modo di rappresentare il reale che deve essere alla base di un rinnovato stile compositivo di grande pregio.
Dino Marasà, Artist Carrousel du Louvre 2014, EA Editore, Palermo, 2014.
“Con Giulio Belloni la scultura diventa d’improvviso qualcosa di enormemente diverso. E’ l’epopea della vita, l’esplosione della materia in tutta la sua rivelazione. Le sue opere si sintetizzavano in composizioni esteticamente eleganti.
Dino Marasà, Italia nell’Arte(Sculture Narciso e Cristo smembrato), Over Art, anno III, n. 6, Nov.- Dic. 2014, EA Editore Palermo.
“Un titolo importante per un’opera d’altrettanto spessore. Narciso, nome simbolo della vanità, dell’apparire e di una bellezza complessa, diventa qui simbolo di un sunto estetico dove la bellezza è espressa attraverso canoni inusuali, a volte obsoleti, ma nello stesso tempo efficaci. L’essenzialità di quest’opera è la caratteristica principale che la rende unica nel suo genere. Nonostante la staticità della scultura, il Maestro Belloni riesce comunque a trasmetterci il suo movimento interiore, la sua inquietudine, incuriosendo l’astante attraverso l’utilizzo di forme semplici e lineari”.
Dino Marasà, in Collezione (Scultura Narciso), Effetto Arte, anno 4, numero 6, Nov.-Dic. 2014, EA Editore, Palermo
“Belloni ha qui riunito composizioni diverse fra loro come impostazione, concezione e relativa traduzione materica. Ognuna però indicativa di un periodo, uno stato d’animo, un ambiente, soprattutto di una tendenza. In questo caso prevale la dimensione minimalista, la ricerca di rigore formale ed essenzialità espressiva essendo, la scultura, arte del togliere e dell’alleggerire fisicamente e visivamente. La “Dama in rosso” ricorda le tensioni di Giacometti, il “Cristo in acciaio” unisce e/o
divide razionalità, flessibilità e modularità dell’industria. Invece “Busto di donna”, “Uomo in cammino” e “Bambino mai nato” testimoniano magie, l’eterno bisogno dell’uomo di creare qualcosa, sconfiggere la solitudine, offrire qualcosa agli altri.”
Fabio Bianchi, per la collettiva presso la Galleria La Spadarina, Piacenza, 08.02.2015-22.02.2015.
“Si tratta di uno scultore sapiente e di magistrale talento. Opera, in questo contesto espressivo, attraverso materiali precisi e complessi. Già dalla titolazione, ben si comprende che la sua talentuosa sperimentazione estetica è portatrice di un messaggio sociale quanto mai struggente”.
Paolo Levi, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Fame), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Grazie al talento avveduto di questo scultore sensibile e inventivo, abbiamo la possibilità visiva e drammaticamente veritiera, di prendere atto senza infingimenti, di una condizione esistenziale contemporanea allarmante.
Stefania Bison, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Fame), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Fame, opera a tutto tondo, realizzata in acciaio, persegue una stilizzazione della forma collocandosi se vogliamo nell’area dell’astrazione, pur notando forme ed elementi che richiamano in maniera esplicita il concetto che l’artista vuole esprimere. Scultura dagli evidenti sensi ritmici e plastici, dal rigore tecnico legato al disegno ed alla scelta dei materiali.
Sandro Serradifalco, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Fame), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Le sculture assumono parvenze astratte; partendo dalla forma originaria l’artista sviluppa creazioni che mantengono il contatto con il mondo reale, ma che divengono manifestazione di un’arte che fa di questi materiali lavorati con sapienza, di una calligrafia scultorea originale, il punto di forza dell’artista.
Salvatore Russo, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Fame), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Il titolo dell’interessante composizione plastica ben ne rivela il messaggio simbolico. E’ quello della solitudine umana, espressa dalla figura in movimento. L’originalità della suadente costruzione è coadiuvata, a livello estetico, dal funzionale apporto del materiale, in acciaio a tutto tondo, in una significativa meccanicità”.
Paolo Levi, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Uomo in cammino), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“La chiave contenutistica della suadente scultura in oggetto è quanto mai attinente alla cosmica realtà umana, eternamente in cammino, e dalla meta incerta. Si tratta di una realizzazione concepita, ed eseguita, tramite un materiale mirabile e luminescente”
Stenia Bison, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Uomo in cammino), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“La scultura di Giulio Belloni è emozionante e carica di forza vitale, si allontana da preconcetti per cercare la libertà, incarna idee, invenzioni che raccontano i suoi pensieri, le sue credenze e le sue visioni del mondo reale. Figure deformate secondo criteri mentali che non annullano i caratteri essenziali della natura umana delle cose che conosciamo, ma la storpiano, la deformano.”
Sandro Serradifalco, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Uomo in cammino), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Nell’opera Uomo in cammino, Belloni lavora per evidenziare l’universalità di un messaggio, quello artistico, che va oltre la verità esteriore. Opere che non narrano, ma offronototemiche sculture stilizzate dagli effetti unici e originali. Belloni trova, nella componente espressionista, il punto di riferimento per analizzare la realtà secondo il proprio pensiero”.
Salvatore Russo, ECCELLENZE Sguardi sulla scultura contemporanea (scultura Uomo in cammino), EA Editore, Palermo, Mar 2015.
“Per la sua grande capacità comunicativa, risultato di un’attenta ricerca tecnica ed espressiva. La sua partecipazione all’evento romano è dettata dalla grande stima e dall’attenzione rivolte al suo operato e alla sua eccelsa creatività”
Paolo Levi, Mostra Piazza del Popolo, Roma, Maggio 2015.
“Una scultura che, nella sua semplicità materia e stilistica, racchiude una grande coscienza artistica e scultorea e che soprattutto porta con sé un profondo significato umanitario. L’opera, realizzata per l’AVIS, assurge a simbolo di altruismo e speranza. Una scultura di grande rilievo stilistico che pone le basi per la rinascita di uno stile altrimenti dimenticato”.
Martina Caliri, per l’iniziativa “Artista per l’Unicef”(Monumento AVIS Rho), su Effetto Arte, Anno 5, Numero 5, Set.- Ott. 2015, EA Editore Palermo.
“Giulio Belloni guarda all’essenzialità dei canoni dell’arte concettuale. Nelle sue sculture si assemblano materiali diversi che concorrono a definire i profili delle sue riflessioni plastiche: in essi è infatti presente un chiaro richiamo a tutto ciò che popola l’immaginario collettivo. Sono presenze familiari che, estrapolate dal loro contesto, acquistano nuove valenze di significato, grazie anche alla perizia manuale di un artista capace di unire sensibilità e abilità tecnica.
Per quanto riguarda le cromie, Belloni opera scelte sobrie ed essenziali, lasciando che i materiali da lui prediletti quali acciaio e pietra, brillino nella loro naturalezza con attenzione ai rapporti volumetrici e di sostanza. Dialogando tra loro, gli elementi perdono la propria accezione originaria per diventare corpose interpretazioni di un universo alieno, ma plausibile. Ci troviamo di fronte a un
acuto alchimista di forme, capace di restituire il senso della nostra contemporaneità in forma d’arte compiuta”.
Barbara Romeo,per l’iniziativa “Grandi Maestri”, su Over Art, Anno III, Numero 5, Set – Ott. 2015, EA Editore, Palermo.
“Il sentimento dell’amore in chiave scultorea non è una novità, ma lo diventa se lo si racconta come fa il Maestro Belloni, che si affida a figure longilinee e delicate, strette in un caldo abbraccio. Belloni ferma il tempo nelle sue sculture, così da lasciarne immutata ed intatta la purezza. Un’esecuzione tecnica pregevole ed una manifattura di grande eleganza stilistica.”
Martina Caliri, per l’iniziativa “Diario d’artista”(scultura “Amanti”), su Over Art, Anno III, Numero 5, Set – Ott 2015, EA Editore, Palermo.
“Questo meraviglioso e intenso Cristo Crocifisso, scultura a tutto tondo in acciaio inossidabile, è una scultura innovativa, che anima l’espressione di una devozione religiosa attraverso una ricerca scultorea tra tradizione iconografica e gusto moderno. Indagando la materia, stabilisce un rapporto basato sulle potenzialità infinite e sull’energia dei materiali.”
Salvatore Russo, per la scultura “Cristo Crocifisso” in The Best 2015 Modern and Contemporary Artists, EA Editore, Palermo 2015.
“Esemplare e paradigmatica, l’opera “Faro” di Giulio Belloni ha un valore stilisticamente assoluto e contenutisticamente riassuntivo. Risolve a favore della mimesi il conflitto che ha sempre preoccupato gli scultori orientali com’erano verso la diegesi cioè la descrizione. Belloni dimostra invece come oggi – trionfando l’effimero e il virtuale – sia possibile riprodurre e idealizzare un angolo di mondo. L’essenzialità espressiva qui perseguita diventa la chiave per rappresentare il reale. Ma asseconda pure l’aspirazione umana a razionalizzare il tempo innalzando un ordine, embrionale ma efficace, nel circostante vuoto spaziale. Belloni con questa composizione aggiorna l’Arte Povera, riscontra il Minimalismo e recupera istanze della Nuova Oggettività.”
Fabio Bianchi in Archivio Monografico La Spadarina N. 067, per la scultura “Il faro”, Piacenza, Marzo 2016.
“Le sculture di Giulio Belloni interpretano il dualismo tra movimento e stasi poiché, anche quando si tratta di opere non dinamiche, possiedono un’energia vitale che le attraversa , una tensione viva che le dinamizza in una sorta di forte slancio, di ascesa verticale che fende l’aria. La stessa evidente verticalità rende queste opere eleganti e coerenti a un percorso di ricerca che l’artista porta avanti e, pur nella solidità della materia, esprimono grazia e leggerezza. Con pieno controllo dei mezzi espressivi e con rispetto dell’idea originale da cui Belloni parte, prende vita una sicura e consapevole progettualità che risulta sottesa a ogni opera insieme alla coerenza stilistica insita nel suo percorso di ricerca. Coerenza e slancio vitale dunque, ma nache consapevolezza della costruzione formale e capacità di trattazione della materia. La sua arte è davvero combinazione di energia, di talento e d’instancabile esercizio.”
Sandro Serradifalco per la scultura “Enrica 3” in Primo Premio Internazionale Tiepolo nella rivista Effetto Arte,. EA Editore, Palermo, Aprile – Giugno 2016.
“Sensibile interprete del mondo, capace di catturare ogni simbolica emozione visiva attraverso opere che rivelano una spontanea creatività e un’incessante indagine artistica. Un’arte che riporta alla luce le sensazioni più recondite dell’anima.”
Paolo Levi nell’attestato Artisti D.O.C., Palermo, Giugno 2016.
“Poeta della tridimensionalità plastica, lo scultore Giulio Belloni coglie nella verticalità dello sviluppo dell’opera, un moto ascensionale che simboleggia l’evoluzione dello spirito del demiurgo creatore. La sua capacità è quella di avere scelto la stele, che si carica di significati magici e spirituali e che di volta in volta si fa soggetto sacro o profano. Si deve dare atto a questo maestro della scultura di sapere riconoscere ed esaltare, nelle sue individuazioni estetiche, gli elementi fondanti del soggetto scelto e poi di ridurli al grado zero con un processo di sottrazione che ci avvicina all’essenziale. Ci stupisce così con opere dal sapore contemporaneo e dalla grande incisività. Opere uniche nel loro genere, che pongono l’artista ai vertici della scultura odierna. Scultore valido e ricco di fantasia, dà prova di grande e insuperabile maestria con tecnica e materiali. Le sue capacità stupiscono in ogni elaborato, dove è evidente un’incessante ricerca, dedizione e trasporto emotivo che dona un perfetto equilibrio compositivo alle sue creazioni.”
Paolo Levi nel certificato di ammissione al Primo Trofeo Internazionale Arte Impero, Palermo Luglio 2016 e nel catalogo del primo Trofeo Internazionale Arte Impero per la scultura “Pietà”, EA Editore, Palermo, Novembre 2016.
“ Giulio Belloni sceglie per realizzare le sue sculture di utilizzare materiali diversi: dal legno, da sempre valido mezzo espressivo ed evocativo, alla pietra, all’acciaio, inserendo così la sua modernità linguistica nel solco della tradizione. La sua abilità nel plasmare la materia è una caratteristica innata nel suo essere così come la capacità di vedere in un pezzo di legno o di marmo l’opera da realizzare con la giusta ritmica espressiva. I colori naturali e la luce radente spianano inoltre la strada ad una fruizione esteticamente e liricamente appagante. Di sicuro Giulio Belloni ha prodotto e produrrà ancora perché la sua è una personalità vulcanica che viene attratta da ogni manifestazione del reale e da ogni vibrazione in esso contenuta: quasi che il compito dello scultore fosse quello di svelare il soggetto contenuto nella materia piuttosto che adattarne uno ad essa. La verità estetica rivelata dalle sue opere è un unicum artistico e prezioso che verrà usato dai posteri come modello artistico da seguire.”
Sandro Serradifalco per la scultura “Madre”(marmo) nel catalogo Contemporanei nella città degli Uffizi, EA Editore, Palermo, Ottobre 2016.
“Il simbolismo è per l’artista Giulio Belloni il punto da cui tutto parte. Ricercare la proiezione immaginifica e scultorea di un concetto astratto, nato nella mente dell’artista, corrisponde a quello che è il processo primo di creazione. Forme e materiali dall’aspetto grezzo e rude, che rispecchiano nobili azioni o profondi concetti, caratterizzano la produzione artistica di Belloni che, avvalendosi di un forte minimalismo, ricrea il “complesso” dall’essenziale, dando all’astante la possibilità di fruire di opere d’arte pure e ricche di valore estetico e segnico. Il legno è il materiale prediletto dall’artista che ne preserva la naturalezza e la bellezza originaria senza alterarne le caratteristiche, ma anzi utilizzando queste ultime per dare maggio enfasi estetica alle sculture, esaltandone lo scopo e rendendole dei pezzi unici. Uno scultore versatile dotato di grande spirito di comunicazione e capace di rivolgersi a un pubblico vasto, dimostrando un’attitudine contemporanea ed estremamente innovativa.”
Sandro Serradifalco per la scultura “Madre”(legno) nel catalogo del Premio Grande Maestro 2016, EA Editore, Palermo, Dicembre 2016.
“La galleria è onorata di esporre le sue creazioni artistiche in quanto ne riconosce la validità e l’originalità stilistica frutto di un talento raro ed encomiabile. Un far arte di grande impatto emotivo, una ricerca espressiva riconosciuta ed apprezzata nel panorama artistico contemporaneo. Un talento, affinato con la ricerca, lo studio e l’esperienza, che farà ancora parlare tanto della sua arte, prezioso esempio per le generazioni future”
Sandro Serradifalco, Effetto Arte Gallery, Palermo 1 Sett.-31 Dic. 2016.
“Il mito di Leda rappresentato dal Maestro Giulio Belloni viene rievocato con pochi, essenziali elementi plastici, che posseggono la dinamicità della tensione emotiva di una madre umana che partorisce due uova, frutto dell’unione con Zeus trasformatosi in cigno. La donna, attonita, inconsapevole, ha dato vita a semidei che arricchiranno la mitologia greca di nuovi e fondamentali personaggi. Quest’opera d’arte dimostra la grande cultura e la poesia creativa del Maestro Giulio Belloni”
Dino Marasà per la scultura “Leda” nel volume ThemArt, Palermo 2016-2017.
“L’uomo che pensa è una creazione del Maestro Giulio Belloni che svela tutta la sua abilità descrittiva. Difatti viene resa con la massima efficacia l’azione del pensare che spesso rende la testa pesante come una pietra ed è capace di torcere anche l’acciaio. Il pensiero è forza, è fatica, ma anche trionfo dell’intelligenza del genere umano e soprattutto alla base della creatività in ogni ambito”
Dino Marasà per la scultura “Uomo che pensa” nel volume ThemArt, Palermo 2016-2017.
“Ha superato il mezzo secolo di vita la carriera artistica del milanese Giulio Belloni, che dopo iniziali esperienze nell’ambito della pittura e dell’incisione, ha imboccato, ormai da quarant’anni la via maestra della scultura.
Un percorso, quello di Belloni, che è stato caratterizzato da una notevole varietà di esiti, a testimonianza delle diverse direzioni intraprese e delle molteplici sollecitazioni avvertite dall’artista, ma che ha mantenuto la coerenza di fondo del concepire l’espressione come campo di confronto permanente fra l’uomo e la materia, secondo la più tipica contrapposizione dialettica del pensiero idealista, con il primo che attraverso la creazione cerca di vincere la ritrosia dell’altra a essere pienamente partecipe del suo mondo. Non basta, insomma, dare una forma per fare arte, anche perché spesso quella impiegata da Belloni ne possiederebbe già una in partenza (penso, per esempio, a quei manichini antropomorfi ottenuti attraverso la giustapposizione di singoli steli metallici), deve essere una forma rispondente a un preciso bisogno umano, coscientemente motivabile, non dovuto, quindi, all’aleatorietà di un impulso momentaneo. Si sbaglierebbe, però, a credere che quello di Belloni sia un processo di sopraffazione della materia, nella presunta superiorità dell’essere umano, in quanto dotato di componente spirituale. Al contrario, Belloni sembra voler stabilire con essa rapporti non conflittuali, rispettandone la diversità con cui si manifesta, ora legno, ora metallo, ora terra, per proporre alleanze su cui imbastire maieutici addomesticamenti che intendono sviluppare una comune disposizione fra chi plasma e chi viene plasmato.
E’ proprio in virtù di queste capacità che la scultura di Belloni contempla una quantità così ampia di soluzioni formali, potendo spaziare liberamente dalla figura umana a un paesaggio di sapore metafisico; e quella giacomettiana propensione a smagrire le forme per stenderle verticalmente, così frequente nelle sue opere, è un chiaro anelito al superamento del contingente, nella certezza che solo l’essenza è destinata a sopravvivere”
Vittorio Sgarbi, in Giulio Belloni a cura di Vittorio Sgarbi, EA Editore, Palermo 2017.
“Il ritmo compositivo, legato a una scelta stilistica sempre vincente, costituisce il valore aggiunto delle sue opere alla storia dell’arte contemporanea e la potenza iconografica e iconologia dei suoi lavori. Certamente una tecnica esecutiva che suscita un immanente senso di bellezza”
Sandro Serradifalco per Effetto Arte Top Selection, Palermo, Marzo 2017.
“La selezione del suo operato in occasione di questo prestigioso progetto attesta il valore della sua ricerca stilistica nel programma artistico contemporaneo. La su presenza è conferma che la creatività è una delle più importanti forme della trasmissione del sapere”
Vittorio Sgarbi, Attestato di ammissione al Premio Arte Milano, EA Editore, Palermo Aprile 2017.
“La varietà dei materiali impiegati, che spazia dal ferro alla pietra, dal marmo di Carrara a pregiati legni, denota una profonda versatilità nell’azione artistica e rende Giulio Belloni uno scultore capace di comunicare attraverso le sue opere”
Sandro Serradifalco, MyART, EA Editore, Palermo, anno I, 2017.
“Trovare nella scultura una parvenza di dinamismo è un’impresa difficile il più delle volte, ma è anche vero che artisti come Giulio Belloni riescono a conferire quella sensazione di movimento ad opere oggettivamente statiche, e se lo fanno è perché nell’atto scultoreo ripongono davvero una grande passione ed intensità emotiva. Il linguaggio scultoreo del maestro oserei definirlo minimale, essenziale nelle forme e nelle strutture cromatiche, praticamente assenti. La scultura assurge così a un nuovo livello stilistico che trova le sue fondamenta in una tradizione scultorea quasi atavica dove il simbolo incarnava l’intero significato. La varietà dei materiali impiegati, che spazia dal ferro al legno, dal marmo di Carrara a pregiati legni, denota una profonda versatilità nell’azione artistica e rende Giulio Bulloni uno scultore capace di comunicare attraverso le sue opere. Le forme sono semplici sebbene fortemente emblematiche e il linguaggio segnico di cui si avvale incarna ogni suo singolo pensiero rendendolo visibile, palpabile. Numerose e diversificate sono le tematiche affrontate, e tra un forte sentimentalismo e un’altrettanto forte riflessione su certi aspetti della vita, nascono le sue opere: spaccati di vita vissuta, di esperienze, di personaggi che almeno una volta hanno attraversato il cammino di ognuno di noi, prendono così vita in un formato piccolo, ma capace di contenere il dirompente richiamo sentimentale dell’arte. Giulio Belloni è dunque cantore contemporaneo di una coscienza collettiva che trova la sua spiegazione nella suggestione artistica. L’assenza del colore paradossalmente enfatizza la condizione di cui Belloni ci parla, proprio perché non intacca l’autenticità estetica e concettuale della stessa lasciandola pura per com’è.”
Barbara Romeo, MyART, EA Editore, Palermo, anno I, 2017.
“La maestria di Giulio Belloni risiede nel suo essere estremamente versatile e sempre aperto e ben disposto nei confronti di nuovi orizzonti artistici. La sperimentazione da parte sua consiste infatti nell’utilizzo di materiali completamente opposti tra loro che spaziano dal legno, ai metalli di diverso tipo, al marmo e alla pietra. Con ognuno di questi materiali riesce a ricreare soggetti dalle forme interessanti, soggetti che attingono da una tradizione artistica classica e altre volte invece che propendono un’innovazione segnica molto contemporanea. Giulio Belloni riesce a guardare ed agire artisticamente con originalità conferendo ad ogni elemento, ad ogni suo lavoro significati e valore emozionale differenti. Il sentimento guida l’azione pittorica estraendo la realtà e sintetizzandola attraverso un linguaggio simbolico forte e dalle solide basi espressive. C’è una grande naturalezza anche nell’uso del sentimento stesso, e molto spesso il desiderio di realismo dell’artista lo porta a considerare anche quello negativo, accoppiandolo con una figura che lo possa coerentemente rappresentare dal punto di vista scultoreo”
Sandro Serradifalco, Premio Arte Milano, EA Editore Palermo, Milano 25 Luglio 2017.
“Per avere contribuito ad impreziosire le sale del Museo Sciortino attraverso un io creativo colto e ricercato. Un modus operandi che è testimonianza di un talento artistico innato, capace di trasmettere un’intensa forza comunicativa dove ragione e sentimento si fondono in connubio di perfetta unità e coerenza.
Sandro Serradifalco, Attestato di selezione per Eccellenze Museali, Monreale, Settembre 2017.
“Rispettoso della materia, la plasma lasciando quasi “grezzi”, nella loro purezza, i materiali che utilizza e dando vita così, con pochi ma decisivi tratti, a forme sintetiche che, nella loro semplicità, vengono innalzate ad una elegante nobiltà. Egli stesso dirà che “lo scultore è colui che scopre la verità trascendente nell’interno della materia che contiene potenzialmente l’idea” ricollegandosi ad un filone di pensiero antichissimo, quello della disputa delle arti, che indusse anche Michelangelo ad affermare che la scultura è la più nobile delle arti perché si fa “levando” distruggendo la materia, anch’egli persuaso che l’immagine sia fin dal principio contenuta nella materia e che il compito dello scultore è quello di liberarla”.
Redazione, Rivista As Art, Bologna, Nov.-Dic. 2017.
“Il suo talento rende unico un linguaggio espressivo che possiede la preziosa dote della comunicatività. La creatività è la forza motrice della sua arte che permette di realizzare opere pregevoli, riproducendo le emozioni di una realtà ispiratrice. Arte ricercata, che contempla ed esalta la bellezza regalandoci autentici attimi di pura poesia. Ogni opera è caratterizzata da una perfetta armonia compositiva, frutto di un’attenta maestria tecnica affinata con lo studio e l’esperienza”.
Paolo Levi, Premio Internazionale nelle Stanze del Tiepolo, Milano, Nov. 2017.
“Ogni opera dell’arte deve attingere alla profondità dello spirito, altrimenti rimane un pezzo di materia senza vita”. Sono le parole del Maestro Belloni, un manifesto artistico evidente. La sua arte nasce dall’introspezione e si rivela al fruitore in tutta la sua potenza espressiva. Portatrice della magia creativa della scultura, doma la materia, la plasma e le dà vita. Nasce così un dialogo profondo tra i personaggi e lo spettatore, fatto di parole rivelatrici dei loro intenti e dei loro sentimenti”.
Dino Marasà, Polychromia International, Palermo, Dic. 2017.
“La selezione di una sua opera in occasione del Premio Internazionale Brunelleshi comprova il valore del sua percorso stilistico. Non posso che compiacermi della sua significativa presenza in questo evento intriso di storia”.
Paolo Levi, Premio Internazionale Brunelleschi, Firenze, Dic. 2017.
“Io più di altri in Italia, mi sono spinto ad applicare un metodo che in Francia ha una lunga tradizione nei Salons des Refusès, nei quali fu possibile riconoscere, in tempi meno difficili e meno affollati, artisti come Manet e Gauguin. Ora ho preso visione di migliaia di proposte ben sapendo che altrettante e più non si rivelano o hanno altri diversi canali. Il Progetto “Collezione Sgarbi” ne seleziona alcuni, come una costellazione in un firmamento in continua espansione. Il diritto di esistere per un artista, significa la possibilità di uscire dall’anonimato solitario del suo studio. Per riuscirci non basta una semplice mostra, serve anche qualcuno di autorevole che abbia la voglia di scoprirne la potenzialità e prenderlo sotto la sua ala protettrice , capace di sapere descrivere al pubblico l’essenza del messaggio di ogni singolo artista. La scelta del suo lavoro per la mia raccolta delle stampe e dei disegni attesta la valenza del suo operato e il costante impegno artistico. In un’epoca segnata dal tentativo di assegnare un prezzo a tutto e tutti e un grado di spendibilità sul mercato, la collezione d’arte ritorna ad essere il mezzo attraverso cui le opere riacquistano il loro reale valore, senza “prezzo” e senza tempo”.
Vittorio Sgarbi, all’artista Giulio Belloni, Gli artisti nella Collezione Sgarbi, Attestato di Ammissione, EA Editore, Palermo, Dic. 2017.
“Grande conoscitore della figura umana, Giulio Belloni la rielabora secondo il suo personale modulo ideale. I suoi lavori evidenziano un’intelligente e profonda ricerca espressa attraverso una figurazione nuova e un dinamismo che potremmo definire verticale. La scultura è per Giulio Belloni mezzo di ricerca, mezzo espressivo attraverso cui la sua personalità si concreta in volumi, equilibri, sintesi e ritmi, ottenuti con grande semplicità, sobrietà e sicurezza. La sua arte esprime l’uomo e il creato, la fede e il mito, tutta una serie di temi a lui cari, primi fra tutti la donna e al famiglia. L’arte non avrà mai fine fin che l’uomo, incontrando i materiali che gli stanno intorno, saprà trasmettere loro, con la sua manualità, le forme del proprio pensiero e osservando le opere di Giulio Belloni si percepisce subito l’essenza del pensiero che sta alla base di questi lavori: bellezza, semplicità e armonia. La scultura rappresenta per l’artista un linguaggio privilegiato perché scolpire è come dare forma alla bellezza intima della materia, una bellezza che lui riesce a intuire e a intravedere al di là dell’apparenza. La verticalità vibrante, la tensione dei corpi, il portamento fiero e nello stesso tempo dolce, fa, di questi lavori, un esempio armonioso di equilibrio plastico. Artista preparato, punta sulla materia, scabra e sensibile, per raggiungere la perfezione attraverso l’essenza di un’immagine disegnata nello spazio delle forme. Per Giulio Belloni la scultura è un fatto nel quale mestiere e
creazione si fondono in virtù di un ripensamento dei valori culturali effettuato nel pieno rispetto delle leggi armoniche trasmesse dalla tradizione. Ciò non comporta affatto una sua passiva accettazione del passato, anzi, su questa solida base egli costruisce un suo linguaggio poetico fatto di dinamicità moderna, di sintesi, la conquista di un modulo stilistico profondamente meditato e dominato”.
Paolo Levi, 1° Scelta, EA Editore, Palermo, Apr. 2018.
“Io sottoscritto Prof. Paolo Levi, esperto e critico d’arte di Milano, sono stato interpellato dall’Artista Giulio Belloni per una valutazione della sua produzione artistica. Per addivenire a tale valutazione ho effettuato un’indagine completa della produzione dell’Artista, tenendo conto della sua formazione, del suo trascorso professionale e delle sue esperienze. A tal riguardo si evidenzia la profonda ricerca effettuata negli anni grazie alla quale le opere in oggetto presentano qualità esecutiva e di contenuto. Per queste motivazioni giudico le opere “Donna in giallo” e “Faro” opere di “1° Scelta”. Le opere in oggetto presentano qualità esecutive e di contenuto per cui attenendomi ai valori attuali di mercato ritengo che la quotazione dell’opera Donna in giallo non possa essere inferiore a Euro 6000,00 e che la quotazione dell’opera Faro non possa essere inferiore a Euro 5500.”
Paolo Levi, Attestato di Selezione per le opere “1° Scelta” e rapporto critico finanziario per l’Artista Giulio Belloni, Milano, Apr. 2018.
“Ripetizione e variazione della realtà. La scultura di Giulio Belloni è racchiusa in questo movimento di duplicazione e contestualmente di differenza rispetto al reale. Un processo che trova il suo apice nell’incontro dell’esistente con la natura esploratrice dell’artista. Infatti lo scultore di origini milanesi sembra muoversi attraverso un impulso irrefrenabile che lo conduce verso l’essenza, agendo in accordo con la propria mano alla ricerca del vero nel mondo. Un mondo che subisce nel mentre il ruolo demiurgico del pensiero e dell’istinto artistico di Belloni il quale, nel soffermarsi a indagare e riflettere sull’esistente, nell’osservarlo e nominarlo, contribuisce egli stesso a definirlo. Si sente l’epidermide di Giulio Belloni protesa verso l’altro da sé in un tentativo di estrema sintesi e comprensione quando ammiriamo le sue sculture che, meravigliosamente, tendono verso la purezza e l’elevazione, come a voler sconfiggere le leggi della fisica. I limiti rappresentati dai confini corporei dell’artista vengono travalicati nell’istante della manifestazione fisica della creazione, esito di una ricerca della perfezione che mira ad esprimere il tutto.”
Lara Nuvoli, Critica a Giulio Belloni in occasione della mostra “Infiniti Mondi”, Galleria La Pigna, Roma, 6-16 Apr. 2018.
“La scultura di Giulio Belloni si declina attraverso l’uso di materiali diversi che vengono plasmati secondo al ricerca del grado zero della forma che dalla riconoscibilità tende verso il concettuale. Acciaio, legno, pietra diventano interpreti silenziosi della profondità del suo sentire: le leggi grazie alle quali plasma la materia come un alchimista sono quelle della natura ovvero equilibrio, simmetria, ordine. I soggetti sono emblematici e narrano di una profonda cultura in ambito religioso e umanistico che viene reinterpretata secondo un linguaggio espressivo puro e archetipico che coinvolge il fruitore in un dialogo empatico.”
Marco Rebuzzi, Effetto Arte Collection, Artisti da Collezione, Effetto Arte, EA Editore, Palermo, Maggio 2018.
“Scultore poliedrico, Giulio Belloni realizza le prime opere in legno, sperimentando in seguito la terracotta, la pietra e soprattutto l’acciaio materiale duttile dalle molteplici sfumature e dalle splendide luminosità. La luce è essenziale e parte integrante dell’arte. Fa risplendere le opere e rafforza il senso di bellezza e completezza dell’opera. Sperimentazioni che si ergono nello spazio alla ricerca di significati nuovi e linguaggi attuali, stanno ad indicare stati d’animo e desideri facenti parte dell’intuizione dell’artista.”
Paolo Levi, Primo Premio Arte Palermo, Effetto Arte, Palermo, Luglio 2018.
“La presenza nel progetto editoriale ”99 Protagonisti dell’Arte” comprova il valore estetico stilistico dell’artista. Sensibilità compositiva ed estro creativo sono dimostrazione di un raro talento. Il Mio sincero plauso a un artista capace di stupire valorizzando la tradizione compositiva italiana. Protagonista dunque dell’attuale scenario artistico.”
Sandro Serradifalco, 99 Protagonisti dell’Arte, Scheda di ammissione, Palermo, Luglio 2018.
“Sono immagini dal forte richiamo ancestrale quelle realizzate in pietra o legno dallo scultore Giulio Belloni. Una sintesi espressiva che colloca il nostro artista tra le nuove avanguardie plastiche pur proponendo un percorso formativo che trae origine nei dettami novecenteschi. Una formazione complessa quella dello scultore che si evince in opere dal forte impatto emotivo. Dalla materia grezza la forma, eliminando appena il superfluo presente nella stessa, sprigionando espressione, stati d’animo e fattezze anatomiche alle volte appena abbozzate. Giulio Belloni conosce il valore della materia, la rispetta, la rende non mezzo per raggiungere il proprio scopo espressivo, ma elemento stesso dell’opera d’arte. Del tutto moderno tuttavia è lo spirito con cui elabora volumetrie, in uno scabro espressionismo fatto di tensioni ed emozioni, che trova riscontro nel suo indagare le anfrattuosità e le ombre dell’incavo, piuttosto che fermarsi sul gioco carezzevole del tutto tondo.”
Sandro Serradifalco, 99 Protagonisti dell’Arte, Catalogo, Palermo, Luglio 2018.
“La produzione scultorea di Giulio Belloni si presenta particolarmente intrigante e costituisce un punto di riferimento per la disamina di quel percorso lungo e complesso che la scultura compie nel secolo del ‘900 imparando a cavalcare la specificità di una immagine strettamente figurativa per attingere una tridimensionalità operosa che si renda capace di trascrivere nella pienezza spaziale quell’ansito espressivo che distingue la volontà dell’artista di lasciar emergere con pienezza le istanze interiori che chiedono di liberarsi.
Se prendiamo avvio da un’opera come Maria, una testa a tutto tondo del 1975, per pervenire ad opere come Donna 2 del 1996, possiamo renderci conto di come l’artista abbia provveduto a lasciar rastremare la consistenza dei volumi e delle masse valorizzando il portato del tracciato psicologico e morale.
Dotato di particolare valentia esecutiva il nostro artista, che si rileva versatile nell’affrontare il legno, il marmo, il sasso e il metallo, riesce a dar corpo e sostanza vitale ad una materia che non è agevole sempre dominare se non si abbia profonda convinzione e puntuale conoscenza del proprio gesto creativo.
Ecco, allora, che la scultura di Belloni compie il miracolo di articolarsi secondo scansioni figurative che non si fermano alla semplice restituzione oggettuale del dato epifenomenico andando alla ricerca di una più intensa indagine delle cose. Ne vediamo esempio in intriganti lavori come Capriccio del 2005 che costituisce icona significativa e producente degli ottenimenti più recenti del Nostro, mostrando peraltro come il percorso evolutivo dell’artista abbia saputo intendere svilupparsi nella direzione di una sempre più marcata sottolineatura della scelta verticalistica, promuovendo una versatilità di slancio che si rivela particolarmente ricca in opere come Uomo in cammino, una scultura a tutto tondo in acciaio non verniciato eseguita nel 2010. La personalità dell’artista Giulio Belloni è quella di un creatore dotato di grande esperienza.
Ed è stato detto di lui che “ha dell’arte un concetto che lo porta ad essere moderno elaboratore di forme antiche e antico artigiano che sa valersi di tecniche di moduli espressivi del tutto attuali”. Prosegue poi Monteverdi, che è l’autore di queste note che ci convince riportare, dicendo che l’artista sperimenta “peraltro trovate d’avanguardia [e] non si chiude nella torre d’avorio di una contemplazione del passato. Lo studio dell’architettura gli è valso il sicuro possesso dei valori volumetrici e quelli dispone nello spazio senza farsene opprimere e senza ingombrarlo”.
E’ importante, inoltre, ricordare del Belloni anche il Monumento Avis, un pezzo di scultura di grande formato realizzato in granito rosa di Baveno che si trova collocato nello spazio antistante l’ospedale di Rho.
Rosario Pinto, Fra tradizione e innovazione, Movimenti ed idee dell’arte contemporanea dall’Impressionismo al Duemila, Napoli Nostra Editrice, Napoli, Luglio 2018.
“Per la particolare sensibilità artistica e per la spiccata dote comunicativa. Capacità espressive originali e raffinate, in auge nella continua evoluzione degli stili del panorama artistico contemporaneo. Una padronanza della tecnica espressiva che si rinnova, distinguendosi con singolare forza compositiva e creativa”
Sandro Serradifalco, Motivazione del Premio Internazionale Raffaello, Bologna, Ottobre 2018.
“Perché l’innegabile competenza tecnica e il valore estetico nonché morale della sua opera siano un monito a tutti coloro che ancora denigrano, maltrattano, uccidono milioni di donne. Al fine di mettere la parola fine al male sociale del nostro secolo”.
Caterina Randazzo, Motivazione ammissione mostra “Mi Fido di Te”, Palermo, 25 Nov. 2018.